Mark Guiliana è il batterista e compositore che in poco tempo è stato capace di creare intorno a sé un vero e proprio “culto” (New York Times). Vena creativa e originalità si uniscono in Mark Guiliana a una raffinatezza ritmica che lo fanno apprezzare dal jazz, al rock passando per la musica elettronica.
Non a caso, è diventato un collaboratore chiave di pensatori sonori originali come St. Vincent, Pearl Jam, Matt Cameron, Brad Mehldau, Meshell Ndegeocello, Matisyahu e il compianto David Bowie.
Arrivato alla batteria attraverso la musica grunge dei Nirvana, dei Pearl Jam e dei Soundgarden, è con l’ascolto di “Feed Me Weird Things” – l’album di debutto di Squarepusher – che davanti a lui si è aperto un intero nuovo mondo di possibilità sonore. Così ha iniziato a dedicarsi alla musica elettronica parallelamente al jazz conosciuto inizialmente durante gli anni della scuola.
Indipendentemente dall’obiettivo, la musica di Mark Guiliana fonde in vari equilibri tre principali influenze: la potenza e l’intensità grezze dell’hard rock; la ricerca spirituale di John Coltrane e l’aggressiva curiosità musicale di Miles Davis; le psichedeliche manipolazioni e cut-up di Squarepusher e Aphex Twin.
Queste diverse influenze sono confluite in vari modi durante la carriera di Guiliana. A un’estremità dello spettro c’è il suo Jazz Quartet e all’altra c’è BEAT MUSIC. Nel mezzo, una moltitudine di combinazioni: dal duo electro-acustico con Brad Mehldau al lavoro, sempre più influenzato dall’elettronica, con Donny McCaslin, e con Lindner e Lefebvre. Giuliana, McCaslin, Lindner e Lefebvre sono anche il cuore del gruppo dell’ultimo acclamato lavoro di David Bowie, Blackstar.
Il suo ultimo progetto “the sound of listening” (intenzionalmente minuscolo), è un album profondamente onesto ed espressivo di un musicista che sa dove è diretto e cosa vuole dire insieme alle persone di cui si fida intimamente. Il titolo e l’idea alla base sono tratti dal libro ‘Silence’ di Thích Nhất Hạnh, che considera, come spiega Mark, ‘il silenzio interiore elemento necessario per osservare veramente il mondo’. In questo lavoro si ritrova l’intera ampiezza compositiva delle influenze acustiche ed elettroniche di Mark Guiliana.
Insieme a Guiliana, “in sound of silence” ci sono: Jason Rigby (tenor saxophone, bass clarinet, clarinet), Chris Morrissey (bass), Shai Maestro (piano, synths, keys).